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    我院马来平教授赴意大利讲学

    时间:2010-06-11 作者:王雪源 

    马来平教授在米兰圣心大学作报告

    2010年5月27日,山东自然辩证法研究会常务副会长、我院博士生导师马来平教授应邀赴意大利讲学。为纪念意大利籍耶稣会士利玛窦逝世400周年,意大利米兰圣心大学举办“东方与西方的交会——纪念利玛窦逝世400周年学术报告会”;同时恰逢今年是中意两国建交40周年和意大利中国文化年。报告会由语言学家、米兰圣心大学G·Gobber教授主持。米兰国立大学孔子学院院长Lavagnino教授、昂布罗休研究院Boygonovo先生,以及Mazzoleni先生分别致辞。

    我院马来平教授作题为“利玛窦:为中国科学近代化奠基的第一人”的主题报告。报告围绕利玛窦等传教士的科学传播活动展开,共分三部分:科学传播的成就;科学传播的性质;科学传播的影响。马来平教授指出,在中国,“利玛窦”是一个极其响亮的名字。谈到利玛窦,相当多的人都知道,他是一个不平凡的科学家和传教士。正是他和他的同伴们,最先把西方科学传入中国,搭建起了西方文化和中国文化沟通的桥梁。利玛窦在天文学、数学和地理学等方面所取得的科学传播成就足以使他的名字深深地镌刻在中国科学发展史的丰碑上。之所以他所传播的基本上是中世纪和古代科学,并非他有意不去传播近代科学,而是具有多方面客观原因的。而且,他所传播的科学尽管不是近代科学,但却带有浓重的近代科学气质。利玛窦之后,以利玛窦为榜样,耶稣会士们在传播近代科学上付出了巨大努力。利玛窦等传教士的科学传播活动,引发中国传统科学发生了一系列历史性的转变:天文历法领域第谷体系占据主导地位;中国传统数学汇入近代数学主潮流;地理学的近代化在中国初现端倪等。在中国科学近代化曲折﹑漫长的道路上,明末清初西学东渐起到了指引方向﹑排除障碍、清理地基﹑准备条件的奠基作用,而意大利的精英人物利玛窦则堪称“为中国科学近代化奠基的第一人”。报告结束,听众报以长时间的热烈掌声。

    圣心大学语言学博士Chiara Piccinini做了题为“利玛窦:如何走进东方”的简短报告。

    在意大利米兰期间,马来平教授参观访问了世界著名的昂布罗休图书馆、以意大利最壮丽的哥特式建筑著称的圆顶大教堂、达·芬奇参与建筑的斯福尔果斯科城堡等,接着赴法国巴黎参观访问了索邦大学,并与巴黎第十大学、第十一大学的中国留学生就法国的哲学传统和哲学研究方式等问题进行了座谈。

    米兰圣心大学是一所天主教大学,充满了哲学和文化气息,以经济文化项目和社会文化发展趋势的研究能力而闻名。该校总部坐落于意大利第二大城市米兰市中心,是欧洲最大的综合性私立大学,由五个校区组成,分布于意大利四个省的五大城市(米兰,罗马,布雷西亚,皮亚琴察,坎波巴索)。成立于1921年,注册学生总数超过40000人。在现有的14个学院中,有两个经济学院,两个法学院,其余的分别是农学院,文学与哲学学院,心理学学院,银行、金融与保险学院,教育学院,医学与外科学院,外国语言与文学学院,数学、物理与自然科学学院,政治学学院,社会学学院。2009年10月,中国北京语言大学和该校联合成立孔子学院,这次报告会就是由孔子学院具体承办的。

    附意大利媒体报道:

    MILANO

    Ricci, un ponte verso la Cina

    A 400 anni dalla morte, l'Istituto Confucio dell'Università Cattolica ha voluto

    ricordare il celebre missionario gesuita. Grazie a lui la scienza occidentale

    arrivò alla corte dell'imperatore.

    News dalle Sedi, Milano

    Pubblicat 01 giugno 2010

    di Luca Aprea

    Farsi cinese con i cinesi. Era questo il motto, sempre attuale, di Matteo Ricci, celebre missionario gesuita. A 400 anni esatti dalla sua morte, avvenuta a Pechino, nella sua patria adottiva, la Cina, l’11 maggio 1610, l’Istituto Confucio ha organizzato l’incontro West Meets East. Un’occasione per ricordare la sua opera ma anche per promuovere le attività dell’Istituto all’interno dell’Università Cattolica di Milano.

    Giovanni Gobber, della facoltà di Scienze linguistiche, presentando l’incontro non ha nascosto la sua soddisfazione: «L'arrivo dell'istituto Confucio nel nostro ateneo ci dà grande entusiasmo e soddisfazione ma ciò non ci fa certo dimenticare le responsabilità che questo impegno comporta».

    A ricordare la figura, le opere e l’eredità di Matteo Ricci sono stati simbolicamente un’italiana, Chiara Piccinini, docente di Lingua e cultura cinese nella facoltà di Scienze Linguistiche, e un cinese, Ma Laiping, vicedirettore dell’Istituto di ricerca di filosofia, storia e letteratura dell’università delloShandong.

    «Matteo Ricci è un personaggio che ha più fama in Cina che non in Italia – ha spiegato Chiara Piccinini - e i suoi studi hanno permesso al mondo occidentale di avvicinarsi all’estremo oriente. Con la sua relazione De Christiana Expeditione apud Sinas ab Socjetate Jesu suscepta, grazie anche alla traduzione in latino di Nicolas Trigault che garantì all’opera una diffusione planetaria, tutto il mondo venne a conoscenza dei suoi viaggi e dei suoi studi».

    «Formatosi al Collegio Romano, una delle migliori scuole dell’epoca, ebbe come maestro il matematico e astronomo Cristoforo Clavio e grazie all’interessamento di un altro illustre scienziato, Alessandro Valignano, decise di intraprendere la via dell’Oriente insieme al confratello Michele Ruggieri. Fu un viaggio molto lungo. Durò cinque anni. Partito da Roma il 18 maggio 1577, Ricci fece tappa prima a Genova e poi a Lisbona. Qui insieme a Ruggieri si imbarcò per l’India. I missionari arrivarono aMacaoil 7 agosto 1582. AMacaoi due si trattennero per oltre un anno per studiare la lingua e, soprattutto, la cultura cinese. Studi fondamentali che permisero ai due gesuiti, nel 1583, di entrare in una fascia di territorio proibita agli stranieri. Ma l’obiettivo di Matteo Ricci era quello di raggiungere Pechino. Ci riuscì passando per Zhaoqing, Shaozhou,Nanchange Nanchino. Ma fu anche la sua ultima meta perché proprio a Pechino, nel 1610, Ricci morì tanto che ancora oggi la sua tomba si trova nella capitale cinese».

    «Tra i numerosi meriti di Ricci – ha ricordato la Piccinini - vi fu quello di portare in estremo oriente le avanzate conoscenze scientifichedelmondo occidentale dell’epoca introducendo strumenti come l’astrolabio e l’orologio. Inoltre molto importante fu il suo contributo per quel che riguarda la geografia. Grazie alle sue conoscenze Ricci svelò il mondo ai cinesi. E proprio osservando una delle sue carte si può notare l’attenzione che egli aveva per il popolo cinese. Al centrodelplanisfero infatti non vi disegnò l’Europa ma la Cina».

    Per Ma Laiping «Matteo Ricci rappresenta l’unione fra la cultura cinese e la bella Italia rinascimentale. Fu il primo a portare in Cina la cultura e la scienza del mondo occidentale e i suoi studi nel campo dell’astronomia, grazie anche all’introduzione di strumenti che i cinesi non conoscevano cambiò la concezione dell’universo che avevano i cinesi. Tuttavia sarebbe riduttivo attribuire a Ricci soltanto meriti scientifici perché egli, arrivando da una terra lontana, fu protagonista di cambiamenti importanti anche dal punto di vista umanistico - sociale».

    «Ricci – ha spiegato Ma Laiping – inoltre introdusse tre elementi fondamentali: coerenza logica, verifica empirica nonché l’importanza della matematica, in particolare della geometria. Per quel che riguarda il calcolo Ricci lo perfezionò in modo importante riesaminando e riordinando la matematica tradizionale cinese che, in quel periodo, si basava ancora su presupposti fortemente legati alla superstizione». L’accademico cinese ha poi voluto esprimere la sua posizione sull’accusa, spesso mossa ai gesuiti, di aver ostacolato il diffondersi della scienza. «L’esperienza di Matteo Ricci – ha sentenziato -dimostra che questa teoria è priva di fondamento, i gesuiti, al contrario, contribuirono in modo importante al superamento della scienza medievale».

    Ma Laiping ha poi concluso il suo intervento con un’osservazione sulla naturale vocazione cosmopolita degli studi scientifici: «La scienza moderna nasce in occidente con il contributo fondamentaledelmondo arabo e occidentale. Gli scienziati hanno una patria ma la scienza non ha confini».

    国外媒体报道链接:http://www.cattolicanews.it/3501.html

    (供稿人:王雪源)